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Ciao a tutti. Oggi voglio parlarvi, pur con nomi di fantasia, di una storia vera e – purtroppo – anche molto attuale e ricorrente. Ovvero quella di due coniugi ormai separati, o in via di separazione, che si trovano a vendere la loro casa.
Marina e Roberto acquistarono l’immobile ai tempi del loro matrimonio. In piena bolla immobiliare. E quindi con prezzi molto alti e un mutuo altrettanto oneroso e a tassi elevati. Scelsero un percorso in salita. Ma volevano una casa per coronare il loro progetto di vita insieme. E si sobbarcarono un’immensità di sacrifici. Anni dopo, le cose andarono come non avevano previsto. E giunse il momento della separazione. Cosa farne di quell’appartamento, acquistato in regime di comunione dei beni? La strada era obbligata: venderlo, pur a malincuore, chiudere il mutuo e dividere a metà l’eventuale rimanenza.
Con questa intenzione, Marina e Roberto sono arrivati presso la nostra agenzia Coldwell Banker Le Riviere qualche mese fa. Abbiamo fatto le dovute perizie, stabilito un prezzo e messo l’immobile sul mercato. Purtroppo, però, le risposte non sono state soddisfacenti. Prezzi molto più bassi rispetto a quello di partenza. Cifre che non bastavano neppure a chiudere il mutuo. Marina e Roberto non solo non avrebbero spartito nulla, ma al contrario avrebbero dovuto anche aggiungere risorse di tasca loro, per vendere la loro ex casa. Un dolore ulteriore dentro il gran dolore che comporta una separazione. La casa infatti, passata la bolla speculativa, aveva perso gran parte del suo valore. Sicché gli ex coniugi hanno attualmente deciso di mantenerla. L’immobile è stato assegnato a Marina, che ci vive pagando al 100% le spese vive (le bollette e l’amministrazione), mentre il mutuo rimane per metà ciascuno.
Discorso differente per le tasse patrimoniali. Il motivo per cui ho voluto raccontare questa breve storia. Che cosa succede con il pagamento di Imu e/o Tasi, nel caso di coniugi separati? Cosa indica la legge? Colgo l’occasione per tornare sull’argomento, visto che il 16 Giugno scadrà la prima rata (quella di acconto) sia per Imu che per Tasi (mentre il saldo andrà versato entro il 16 Dicembre). Ecco spiegate, se possono esservi utili, le due casistiche.
L’Imu 2018 in caso di coniugi legalmente separati a seguito di sentenza del tribunale, ovvero in caso di divorzio e con assegnazione della casa ad uno dei due coniugi, non è dovuta nel caso in cui l’immobile non rientri tra le abitazioni di lusso. La normativa stabilisce infatti che, a partire dal 2014, non si paga l’Imu per la casa coniugale assegnata al coniuge, a seguito di provvedimento di separazione legale, annullamento, scioglimento o cessazione degli effetti civili del matrimonio. Diverso, tuttavia, il caso in cui si tratti di abitazione di lusso. Come noto infatti l’esenzione Imu prima casa 2017 non si applica agli immobili di categoria catastale A/1, A/8 e A/9. In questo caso paga l’Imu al 100% esclusivamente l’ex coniuge assegnatario.
Per stabilire chi paga la Tasi 2018 in caso di coniugi legalmente separati, bisogna fare alcune precisazioni; i casi di esenzione Imu 2017 per assimilazione ad abitazione principale non si applicano anche alle Tasi. Nel caso di immobile di proprietà di entrambi i coniugi separati, quindi, la Tasi sarà dovuta sulla base della percentuale di proprietà con le aliquote stabilite dai comuni per l’abitazione principale.
In entrambe le situazioni, comunque, consiglio il supporto di un buon commercialista, in modo da capire precisamente che situazione si ha di fronte, in modo da evitare brutte sorprese, nella veste ad esempio di future cartelle esattoriali.
Una verifica sul reale diritto all’esenzione è pur sempre consigliabile.
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