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10/06/2018
Agente immobiliare? Non affidatevi ai primi che capitano

Oggi voglio parlare di noi. Ovvero degli agenti immobiliari, della loro professione ma soprattutto della loro professionalità. Un discorso molto delicato e al quale occorre prestare attenzione.
In un mercato vastissimo e con una concorrenza ancor più vasta, i clienti hanno l’imbarazzo della scelta, sia per quanto riguarda gli immobili sia per le persone da cui decidono di farsi assistere. Ma come per la scelta di un prodotto, anche per la scelta di un professionista bisogna adottare opportuni accorgimenti. E l’agente immobiliare non si sottrae a questi criteri.
Per questo ripeto sempre il nostro motto, quello di Coldwell Banker Immobiliare Le Riviere: non ti affidare al primo che capita. Ai clienti consiglio, per esser sicuri di aver trovato la persona giusta, di sottoporre il professionista in questione a queste due semplici domande: da quanto tempo opera come agente immobiliare? Fa questo lavoro a tempo pieno? Nella scorsa puntata, abbiamo parlato di come “profilare” il cliente. In questo caso, parliamo invece di come “profilare” l’agente…

Da quanto tempo opera come agente immobiliare?

Non sempre avere 20 o 30 anni di esperienza è sinonimo di qualità, per la stessa ragione per cui ci sono persone che invecchiano e altre che crescono. La domanda si potrebbe ampliare chiedendo: Dopo tutti questi anni che fa questa professione, come lavora oggi in questo mercato?
E a questo punto il ventaglio di risposte potrebbe essere ampio, dal tipo che dice che si stava meglio quando si stava peggio (agente che ha l’agenzia su una delle panchine di piazzale della Rimembranza) a quello che dice: “Non si preoccupi, le vendo la casa in 120 giorni al prezzo che vuole lei” (agente preso da una versione riveduta di uno dei libri più famosi di Carlo Collodi). Oppure da quello che ha l’ufficio mega galattico e ti fa ricevere dall’assistente d’ufficio perchè lui non scende nel girone dei dannati (agente che si trova alla sinistra del Padre, dal momento che il posto di destra è già occupato).
Avere troppo pochi anni di esperienza potrebbe, invece, non significare inesperienza, perché spesso i giovani sono più motivati e “umili”. Il problema è che prima di essere professionisti di sostanza, bisogna aver fatto qualche caduta o incontrato grossi problemi ed essersi rialzati o averli affrontati con responsabilità, dote questa che spesso manca ai troppo acerbi.

Fa questo lavoro a tempo pieno?

Il fatto di svolgere questo lavoro a tempo pieno o part-time la dice lunga sulle forti motivazioni che può avere uno che lavora sodo, che rischia di suo e ha la mente concentrata in modo assoluto oppure in modo parziale. Farà con più impegno l’una o l’altra attività? Oppure, non è che siccome deve badare al genitore o al figlio (considerando onorevole che vengano prima i valori che tutto il resto) alla fine ogni scusa è buona per fare con scarso impegno il proprio lavoro?

Il mercato di oggi impone professionalità e credibilità, tutto il resto sono giustificazioni per nascondere una sola verità: “Non sono capace a fare questo lavoro”.

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